24 Nov

MANCO MAL KE GHE N’E’ I ROMANS.

Pensa un po’ te che cosa mi tocca dire dopo 30 anni passati sulle barricate contro Roma Ladrona.
Son dovuti venire i giornalisti romani a tirar via il coperchio dall’Inferno del Dio Prosecco, perché un’inchiesta così nessun veneto si è mai sognata di farla. Abbiamo fatto anni nelle catacombe, ignorati, derisi, prima che i romani ci tirassero fuori da sotto terra, noi, i minuscoli Comitati che non si arrendono.
E ha ragione quel povero papà nel definire: “La merda che ci fanno respirare..”!
Vorrei proprio vedere qualche schizzinoso che si scandalizza per queste parole e chiedergli cosa direbbe lui se alla sua bambina avessero dovuto togliere un rene a causa di un tumore, visto che la piccola vive respirando pesticidi: chissà di cosa sarà la colpa? Inutile fare tanti giri di parole. Inutile che i Consorzi comprino (ma sì i schei per queste stupidaggini autoreferenzali li hanno. Quelli per non inquinare e contaminare persone e ambiente invece no) le pagine dei quotidiani per dire che gli “individui” (chiamarci “persone”, no?) contrari sono SOLO uno schifosissimo 3%.
Ha fatto di più Report che Zaia per la salute dei Veneti intrappolati nelle terre del Prosecco.
Io sono stufo di accarezzare bambini rimasti orfani perché la giovane mamma li ha lasciati soli dopo essersi ammalata (tumori del sangue e patologie riconducibili agli effetti dei pesticidi) vivendo vicino ai vigneti del Dio Prosecco. BASTA ORFANI: chi tutela i loro diritti???
Come fanno gli amministratori dei nostri Comuni a guardarsi ancora allo specchio???
Grande Report!!! Grazie a Sigfrido Ranucci, Carla Falzoni, Bernardo Jovene. Bravi per averci dato speranze, soprattutto per averci mostrato che molti giovani viticoltori usano metodi bio e stanno così riscattando i tragici errori dei loro padri. Jovene mi perdoni se metto in piazza un piccolo ma significativo episodio, che spiega bene quanto siano ridicoli, sempre, gli stereotipi. Ho visto un indefesso, instancabile lavoratore stringere i denti abbarbicato alla sua telecamera e andare avanti come un bracco, anche sfidando il dolore. Sissignori anche da malato! Jovene era arrivato un Venerdì di Luglio direttamente dalla Sicilia dove aveva effettuato un servizio per Report. In aereo aveva perso gli occhiali. Ha passato tutta la mattina con un paio di occhiali da due €, e man mano che le ore passavano, l’uomo romano, statale, della Rai poi!, fannullone per antonomasia insomma, aveva sempre più giramenti, conati di vomito, mal di testa, occhi rossi come braci. “Vado a casa stasera!, Non ce la faccio proprio, però prima devo ancora vedere questo, girare su a Pieve, intervistare quella famiglia”. “E’ messo male Jovene, se ne vada a letto, vada a casa, prenda il primo aereo, anche perché domani è Sabato: settimana lavorativa finita”. Ed è qui che ho visto la tempra di un duro lavoratore, caparbio, testardo. Un mulo veneto. All’ultimo non ha saputo rinunciare, ha tenuto duro, è rimasto a dormire a Conegliano e il sabato è tornato in trincea a dar man forte a noi tutti che combattiamo ad armi impari contro multinazionali, Consorzi milionari, Giunte Regionali potenti. Noi, piccoli, accerchiati, ma coscientemente convinti, e lui come un rullo compressore che macinava ore su ore: che esempio!!, che gioia! Era lui che col suo esempio dava forza a noi. Cristo se ero fiero di vederlo in azione, con i suoi occhialetti da do schei e la sua testa che rimbombava. Un onore aver conosciuto quest’uomo vero, col quale ho condiviso un pezzetto piccolo, ma intenso, di vita e di lotta.

Fabio Padovan