22 Feb

LA ULSS RASSICURA!
Me vien i grisoi a pensar a chi che sen in man!!!!!!!
Leggete, se avete la pazienza, cosa scrive, NERO SU BIANCO, l’oncologa Patrizia Gentilini.

NON correlare il Prosecco ai tumori è una cosa che NON ha FONDAMENTO SCIENTIFICO. E adès tuti muci!!!!!, e pensare che fino a qualche mese si rischiava una denuncia solo a chiamarli pesticidi, invece che con l’altisonante e rassicurante “fitofarmaci”. Ma ndè a scoàr al mar.

FABIO PADOVAN

Senza voler offendere nessuno, ritengo che negare una correlazione tra i pesticidi usati nella regione del prosecco e l’insorgenza di tumori è, questa sì, una cosa che non ha alcun fondamento scientifico. Oramai la letteratura scientifica che correla l’esposizione a pesticidi all’insorgenza di cancro è a dir poco sterminata, a parte il fatto che gli effetti dei pesticidi sulla salute non possono essere limitati ai soli tumori, ma purtroppo ad una serie di altre patologie, oggi in drammatica espansione, quali diabete, patologie respiratorie, malattie neurodegenerative, cardiovascolari, disturbi della sfera riproduttiva, infertilità maschile, disfunzioni metaboliche ed ormonali, patologie autoimmuni, disfunzioni renali. Si tratta di aumenti del rischio statisticamente significativi ( non attribuibili al caso) che dapprima si sono evidenziati per esposizioni professionali, ma che ormai riguardano anche la popolazione generale che viene esposta per via residenziale, alimentare etc. Queste molecole sono infatti ormai presenti in aria, acqua, suolo, cibo, nei nostri corpi e nello stesso latte materno, rappresentando un vero e proprio problema di salute pubblica ed è per me sinceramente incomprensibile come un Dirigente della Sanità Pubblica possa sottovalutarne l’impatto. Ricordo che le conseguenze sono particolarmente gravi per esposizioni – anche a dosi minimali – che si verificano durante la vita embrio-fetale e la prima infanzia, comportando in special modo danni sullo sviluppo cerebrale, dall’autismo alla perdita di Quoziente Intellettivo, come la recente puntata di Presa Diretta ha dimostrato intervistando i massimi esperti mondiali del problema. Ma tornando all’articolo sul giornale in cui il dott. Cinquetti, responsabile dell’Igiene Pubblica dell’Ussl della Marca trevigiana, rassicura sulla assenza di correlazione fra cancro e prosecco, mi chiedo se il Collega è un’autorità scientifica di un tale livello da poter negare la validità e la correttezza di migliaia di studi, pubblicati su riviste prestigiose e come tali sottoposti a peer review. Lo studio citato nell’articolo, di cui egli è uno dei due Autori, è forse stato pubblicato su una rivista scientifica internazionale e sottoposto al vaglio di autorevoli scienziati? Non potendo disporre dello studio (che non si sa se ed eventualmente su quale rivista scientifica sia stato pubblicato) si possono fare solo alcune considerazioni di carattere generale, tuttavia sufficienti per affermare che non esiste alcuna relazione tra i contenuti dello studio (per lo meno quelli riportati nell’articolo del giornale) e la correlazione tra tumori e pesticidi utilizzati nei vigneti del prosecco: in altre parole, lo studio non può in alcun modo essere utilizzato per negare l’esistenza di una tale correlazione. Vediamo perché:
1. Per poter stabilire se esista o meno una correlazione tra tumori e pesticidi usati nei vigneti del prosecco, occorre individuare un parametro in grado di stabilire la maggiore o minore esposizione della popolazione ai pesticidi : la residenza o meno in uno dei comuni dell’area del prosecco NON è certo il parametro giusto, per almeno due motivi:
perchè considera tutti i residenti nei comuni del prosecco come se fossero ugualmente esposti, mentre ve ne sono alcuni particolarmente esposti (quelli che abitano a ridosso dei vigneti) ed altri poco o niente esposti (ad esempio quelli che abitano nei centri urbani e/o lontano dai vigneti)
perchè considera come non esposti i residenti in altri comuni, senza tener conto del fatto che possono essere esposti ad altri fattori di rischio per le patologie tumorali
2. Sotto il profilo degli effetti cancerogeni sulla popolazione dei trattamenti con pesticidi, la mortalità per tutti i tumori NON è, a sua volta, idonea a evidenziare la relazione tra pesticidi e tumori, anche in questo caso almeno per due motivi:
perché, se è ben vero che chi muore per un tumore certamente lo ha contratto, non è detto affatto che chi ne ha contratto uno, ne muoia, in quanto a seconda del tipo di tumore contratto e del momento in cui è stata fatta la diagnosi, può guarirne. Sappiamo che alcuni dei tumori tipicamente correlati all’esposizione a pesticidi, come ad esempio linfomi e leucemie, hanno percentuali di guarigione superiori rispetto ad altri tumori, per cui considerare la mortalità per tumore anziché la loro incidenza porta ad una non trascurabile sottostima degli effetti tumorali dei pesticidi
perchè non distinguere tra tumori più specificamente correlati all’esposizione a pesticidi e tumori maggiormente correlati ad altri agenti cancerogeni introduce un grave fattore di confondimento di cui sembrerebbe non si sia tenuto conto.
3. Da quanto riportato nell’articolo, del resto, è lo stesso dott. Cinquetti a rivelarci che lo studio, se effettivamente condotto per indagare la relazione tra pesticidi usati nei vigneti del prosecco ed insorgenza di tumori, ha utilizzato dei criteri inadeguati allo scopo per non dire del tutto errati. Ci spiega infatti il dott. Cinquetti che “il territorio … ha dei comportamenti positivi di carattere generale, un reddito medio della popolazione rispetto al resto del Veneto”, rivelandoci già qui che la popolazione del territorio del prosecco non è omogenea con le popolazioni con le quali è stata confrontata (è ben noto che lo stato socio economico delle popolazioni è un importante fattore di confondimento di cui occorre tenere conto negli studi epidemiologici). “A questo si aggiungono diagnosi sempre più precoci, con possibilità chirurgiche buone e un miglioramento importante delle disponibilità terapeutiche” aggiunge ancora il dott. Cinquetti, confermando così il macroscopico errore di aver scelto la mortalità anziché l’incidenza come indicatore degli effetti tumorali dei pesticidi usati nei vigneti del prosecco.
4. Lo stesso dott. Cinquetti poi ci spiega che i motivi della minore mortalità per tumore nella Marca trevigiana “sono riconducibili a fattori genetici, allo stato socio-economico che si collega con l’alimentazione e con l’attività fisica e al consumo di tabacco e alcol , che giocano un ruolo meno importante”. 
Cosa abbia a che fare tutto questo con la coltivazione dei vigneti del Prosecco, però, il dott. Cinquetti non ce lo spiega, anzi, proprio sulla base di quanto egli ci rivela, possiamo ribaltare la sua affermazione con cui si apre l’articolo: “NON correlare il Prosecco ai tumori è una cosa che non ha fondamento scientifico”.
Dott.ssa Patrizia Gentilini
Specialista in Oncologia Generale ed Ematologia 
Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia

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